Ci sono momenti in cui mi rendo conto di quanto sia difficile lavorare con la fibromialgia.
Quando sono le 10 di sera e sto scrivendo un articolo per Linkedin, o finendo di montare un video per YouTube o semplicemente cercando di spegnere il cervello.
Mi rendo conto che la mia vita non è più la stessa.
Penso all’ignoranza che c’è in giro sulla mia condizione e la paura che questo progetto non possa portarmi a sostenere economicamente la mia famiglia, o peggio ancora che non sia in grado di farlo decollare.
Forse voglio troppo e non sono in grado. Il pensiero che continua a girarmi in testa è che mi sono solo trasformato in qualcosa che non può essere abbastanza.
Poi però penso a tutti gli anni di psicoterapia, a come ho scalato montagne e girato l’Italia e arrivato a essere un tecnico di cantiere per una multinazionale quando anni prima lavoravo in un autolavaggio o ero in un cantiere navale a respirare polveri di metalli pesanti. Ma ho studiato mi sono fatto in otto e sono arrivato esattamente dove volevo. Per poi cascare in un fosso che non sapevo esistesse ma che i dottori chiamavano Sindrome Fibromialgica. Sono stati mesi orrendi, difficili, non riuscivo nemmeno a lavarmi da solo, e tutt’ora sto in piedi solo grazie alla medicina moderna ma non è abbastanza per farmi riavere la mia vita, e quindi mi sono reinventato di nuovo ed ecco che nasce Soyn. Nato dal fatto che i miei datori di lavoro hanno guardato oltre questa sindrome e hanno visto qualcosa in me.
Questo mi ha rimesso su una rotaia di consapevolezza, non ero completamente perso. Potevo ancora fare tantissimo. Tutti noi possiamo dare e fare tantissimo. Quindi Soyn nasce non per farmi diventare migliore. Ma per portare tutte le persone che sono con me in quel buco ad aiutarci per uscirne. Perchè da soli possiamo solo darci piacere. Per il resto possiamo fare poca roba.
Quindi il mio più grande grazie va a mia moglie che è rimasta nel momento peggiore della mia vita e rimane senza avere mai dubbi quando io sono pieno.